Albicocche al sake
Due giornate dense di emozioni, quelle che ho vissuto nei giorni scorsi mentre lavoravo per il padiglione Giappone presso l’Expo Milano.
Il mio amore per l’Asia, ed in particolare per il Giappone è cosa nota. Basti penare che da tanti anni la mia giornata inizia con del tè verde, quasi sempre giapponese, di gran qualità, con tanto di teiera e tazza in porcellana giapponese. Adoro le loro lacche, i tessuti, e colleziono obi e kimono.
La cucina giapponese, così raffinata, così attenta alla tecnica e alla qualità degli ingredienti, mi ha da sempre affascinato. Ho replicato tante ricette che nel tempo ho imparato seguendo corsi di cucina, o seguendo i consigli di amiche giapponesi.
Sono stata una sola volta nel paese del Sol Levante e mi riprometto da sempre di tornarci. Ho visitato Tokyo e Kyoto, viaggiando con il famoso Shinkansen, il treno ad altissima velocità; ho alloggiato in una ryokam, la loro tipica struttura alberghiera (dove spesso ci sono gli onsen, le terme giapponesi), la nostra camera dava sul giardino zen, l'atmosfera era da sogno.
In quelle giornate di Kyoto, la vecchia città imperiale, avevo seguito i suggerimenti della Okami-san, la padrona di casa: lei stessa mi aveva preparato la vasca per il bagno e poi suggerito di indossare lo Yukata, la tradizionale vestaglia in cotone, e la cosa che più mi colpi - oltre ai sapori straordinari ed inusuali di alcuni piatti - fu quella grazia con cui ci veniva servito il cibo - in camera - solo per me e mio marito.
Ho dormito sul futon, poggiato sul tatami, e ricordo ancora così bene quella luce che la mattina filtrava attraverso i pannelli di carta riso, facendomi intravedere le fonde degli alberi di bambù del giardino sottostante. Di quelle giornate ricordo ancora bene la sensazione di benessere e di armonia che portai come me come bellissimo souvenir.
Potete dunque immaginare il mio entusiasmo quando tempo fa mi hanno proposto di valorizzare alcuni prodotti della regione Tohoku - particolarmente devastata dal terremoto e dal successivo Tsunami del 2011 - accostandoli a piatti della tradizione italiana di casa.
A me, che mi sarei occupata della cucina di casa, dopo due giornate di cucina di ristorante curate dallo chef Enrico Gerli, erano stati assegnati il miso, un condimento a base dalla soia fermentata, il riso di quella. regione - ottimo!-, ed il sake, un distillato ottenuto dalla fermentazione del riso.
E proprio con il sake, di cui il Tohoku vanta tra le migliori produzioni, ho preparato le albicocche sciroppate - servite con il mio bavarese di riso - e le ho insaporite con dell’ottimo sake dal gusto piuttosto morbido, poco acido, che ben sposava quello delle albicocche.
Le ho preparate in anticipo, un mese prima, e le ho conservate nei barattoli. in questo modo si sono ben insaporite. E quando abbiamo aperto i barattoli... che bontà!!!! Se avete una gran voglia di provarle e le consumarle subito, potrete tranquillamente utilizzare questo metodo express.
E se non trovate più le albicocche, opterete per le pesche, noci o percoche.
Happy cooking!
Ingredienti
1 L di acqua
450 g di zucchero
Fagiolo 1/2 di vaniglia
1,5 Kg di media albicocche mature
500 ml di sakè
Procedimento
Preparare lo sciroppo unendo l'acqua e lo zucchero in una casseruola e fare sciogliere lo zucchero a fuoco medio-alto. Aggiungere la vaniglia.
Nel frattempo tagliare le albicocche a metà, togliere il nocciolo, immergerle nello sciroppo bollente e far cuocere a fuoco basso per 8 minuti.
Aggiungere il sake, fare insaporire in frigorifero per una notte.