Francesca D'Orazio

View Original

Il timballo di nonna

Nonna Tilde, mia nonna materna, non aveva un repertorio di cucina chissà quanto vasto, ma alcune sue preparazioni erano superlative se ancora oggi noi nipoti le ricordiamo così bene e le sogniamo ad occhi aperti.

Insuperabili i suoi taralli di Natale, i fiadoni di Pasqua, il pollo al forno, il suo ragù. E il timballo, e sottolineo timballo, poiché in Abruzzo il termine lasagne non era consueto, si sarebbe confuso con le sagne!

Caratteristica di tutti i suoi piatti era la semplicità, nei procedimento, nei sapori. Poche spezie, poche erbe, quel tanto utile ad esaltare gli ingredienti. Così il suo timballo, fatto di sfoglie di pasta non troppo sottile – siamo pur sempre in Abruzzo dove la consistenza della pasta è ben diversa rispetto a quella emiliana - e che aveva solo del ragù leggero e scamorza bianca, poco stagionata. Un po’ di grana grattugiato. Stop. Niente besciamella, niente noce moscata, solo qualche foglia di basilico, se lo faceva d’estate, perché – forse lo abbiamo dimenticato – d’inverno erano ben poche le erbe aromatiche fresche disponibili!

Il timballo lo preparava nei giorni di festa, soprattutto per i compleanni. E siccome a noi nipoti piaceva moltissimo era tra quei piatti immancabili quando veniva a supplire mia madre che per lavoro o per diletto viaggiava di frequente. In assenza di mamma, nonna Tilde prendeva la postazione della cucina, e ogni mattina, tornata dalla messa, si metteva subito all’opera. Di ritorno da scuola, riconoscevo già per le scale il profumo del suo timballo, e mi sentivo immediatamente avvolta da un abbraccio caldo e rassicurante.

Quando ho voglia di qualcosa di casa mia, che piaccia molto anche ai ragazzi, preparo il timballo di nonna Tilde (che è poi il tipico abruzzese). E quando lo tiro fuori dal forno, il profumo mi fa tornare indietro nel tempo, e rivive in me il ricordo di una bella signora dai capelli bianchissimi e dagli occhi azzurrissimi…

Ps. le dosi sono abbondanti perché essendo laborioso, quando lo preparo preferisco abbondare e poi congelare. Se si usano le sfoglie pronte ( quelle più sottili) si può evitare la pre-cottura, diventando così un piatto express!

Happy cooking!

Ingredienti

Per 8 persone

Per la pasta

4 uova grandi

350 g di farina circa

50 g di semola rimacinata di grano duro

(oppure 500 g di sfoglia per lasagne pronta)

per il ragù

500 g di carne mista trita (maiale e vitellone)

1,4 L di passata di pomodoro

2 cucchiai di trito di sedano, carota, cipolla

300 g di scamorza, tritata

100 g grana, grattugiato

olio extra vergine d’oliva

sale

Procedimento

Preparare la pasta, lavorando bene la farina con le uova, farne un impasto sostenuto, mettere a riposare sotto una ciotola capovolta, oppure avvolto in pellicola alimentare.

Nel frattempo, preparare il ragù, facendo soffriggere in un tegame il trito di sedano, carota, cipolla con 4 cucchiai di olio. Unire la carne, farla rosolarla mescolando continuamente con un cucchiaio di legno per far sì che risulti sbriciolata. Versare il vino e farlo evaporare. Unire la passata di pomodoro, far cuocere fino a quando la salsa si sarà addensata, ma non troppo, occorreranno circa 20 minuti, ma il tempo può variare a seconda del recipiente di cottura, della densità della passata di pomodoro e della fonte di calore.

Scaldare il forno a 200°C.

Stendere la pasta sottilmente, tagliarla in strisce di ugual misura della teglia prescelta. Cuocere in acqua in ebollizione, salata. Scolare e trasferire in una ciotola con acqua ghiacciata, salata. Scolare e disporre le sfoglie su un canovaccio pulito.

Imburrare una pirofila da forno di sufficiente capienza (40x30 cm). Disporre a strati le sfoglie, del ragù, scamorza, una spolverata di grana. Procedere fino ad esaurimento degli ingredienti. Coprire con alluminio da cucina. Infornare e cuocere per 30 minuti circa.

Fare riposare almeno 10 minuti prima di servire.